domenica 6 gennaio 2008

La tolleranza

Arriva il grande momento e, immediatamente, ti trovi a confrontarti con te stessa e con il dolore. Ovviamente questo è un dolore che in qualche maniera ci si aspetta ma certo, alla prima esperienza, non si conosce come sarà, di che intensità e durata.
Forse è questo ciò che fa più paura: non sapere esattamente (e neppure all'incirca, a dire la verità) che tipo di dolore sarà, di che intensità e quanto durerà. Nonostante quanto ognuna possa aver sentito raccontare o letto, il dolore (queelo del parto come ogni altro) è assolutamente personale e soggettivo e dunque nessuno può davvero insegnarti ad affrontarlo.
Per inciso, questa incertezza-ignoranza sugli aspetti del dolore che il parto naturale comporta necessariamente permane anche nel corso degli eventi successivi (secondo parto, terzo parto...) e, nonostante l'esperienza già vissuta, ogni donna, ogni volta, si porta il fardello di un timore che non si riesce comunque a scongiurare.

Il dolore è il protagonista di questo evento, durante l'intero processo: dal travaglio fino alla nascita. Un compagno di cui in quel momento si farebbe davvero a meno ma che, alla fine, segna così tanto psicologicamente e si porta dietro così tante sfaccettature (anche positive) che la maggior parte delle donne, ancora oggi, lo accetta di buon grado scegliendo di non ricorrere al parto con anestesia locale (epidurale).
Ebbene, è un dolore che insegna molte cose e questo è il motivo per cui ho pensato di aprire questo blog-saggio... che intende trattare questo argomento.

Ritornando alla tolleranza... In generale, ognuno ha un proprio livello di tolleranza che nell'arco della vita sperimenta in vari modi. Per me, ad esempio, il banco di prova è il mal di testa di cui soffro da sempre. Più o meno, per esperienza, ognuno conosce il proprio corpo e sa come affrontare il dolore causato dal "malanno ricorrente". Per gli altri ci si attrezza... e, in questa società, troppo spesso si usano e abusano medicinali.
Al momento del parto naturale però no. A meno che non si sia deciso di ricorrere all'epidurale (peraltro non ancora così diffuso nelle strutture ospedaliere nazionali), bisogna solo aspettare e tollerare il dolore.
Questo è il punto: tollerare il dolore. Oggigiorno non ci siamo più molto abituati.
E invece... è necessario. Sperando che... sia sopportabile e, soprattutto, non duri troppo.

venerdì 4 gennaio 2008

L'attesa: si avvicina la data del parto

Premessa: l'attesa mette a dura prova la pazienza. Conosci la cosiddetta "data presunta" ma nulla di più. Da un momento all'altro può capitare e, se da un lato lo desideri ardentemente, ne hai anche un po' paura. Chissà cosa succederà....

Sviluppo blog-saggio

Come ogni saggio che si rispetti... per quanto strutturato come blog, avrà una struttura in capitoli che segneranno le tappe fisiologiche dell'esperienza che andiamo trattando.
Si tratta di un blog-saggio che intende prendere nota delle diverse esperienze personali inerenti l'esperienza del parto intesa come esperienza personale di intenso dolore fisico e, contemporaneamente, di coinvolgimento mentale che porta ad una elevata conoscenza e consapevolezza di se stessa.Il titolo completo di sottotitolo infatti è il seguente: Elogio del dolore, ovvero la valenza (in)formativa del dolore. Il parto: un'esperieza unica per conoscere te stessa.
Mi piacerebbe... partendo da questa affermazione raccogliere le esperienze di altre donne e andare a strutturare così un blog-saggio interattivo.